Aggiunte al catalogo di Nicola Bertuzzi: dipinti e disegni

[1]

La comparsa sul mercato newyorkese (Christie’s, 26 gennaio 2012, lotto n. 7) di un delizioso disegno [1] (177 x 256 mm) assegnato a Antonio Gionima (Bologna, 1697-1732) e invece, più vicino ai modi di Nicola Bertuzzi è una buona occasione per dar conto di alcune aggiunte al catalogo del pittore originario di Ancona.

Qualche anno fa avevo cercato di fare il punto sul suo problematico corpus grafico, composto da nemmeno venti esemplari (di cui, solo la metà, davvero convincenti), un numero insignificante se pensiamo che al momento della scomparsa del pittore (1777) oltre mille fogli (380 “vari disegni sopra carte sciolte”, 297 studi di “Mani, Piedi e Pieghe”, 224 “carte disignate con semplici schizzi” e 138 “carte disegnate di Nudo da Cadaveri”) furono ritrovati nel suo atelier allestito in una camera di palazzo Fantuzzi in via San Vitale a Bologna (Di Natale, Nicola Bertuzzi e la Via crucis ritrovata, Bologna, 2010, pp. 19-20). Dei disegni oggi noti, tra l’altro, uno soltanto è relazionabile a un dipinto, vale a dire l’Alessandro vincitore [2] (collezione privata) preparatorio per la tela già in collezione Salvadori a Firenze che, assieme a quello, dalla scrittura più sciolta, con Giuditta con la testa di Oloferne (già Reimst, Kekko Gallery), si pone come il più significativo termine di confronto per il Sacrificio di Ifigenia che qui gli si attribuisce [1].

[2]
[3]
[4]

E’ interessante sottolineare che l’impaginazione della scena proposta nello studio in esame torna con alcune varianti in un disegno a penna acquerellata (330 x 460 mm) di analogo soggetto di proprietà del Ritiro di San Pellegrino di Bologna [5] che, questa volta sì, rivela i modi grafici di Gionima, cui va riferito assieme ad un altro studio (ubicazione ignota) che conosco attraverso una fotografia ritrovata per caso tra le pagine di un libro usato.

[5 Antonio Gionima]
[6 Antonio Gionima]

Tornando a Bertuzzi, una delle prove grafiche più convincenti è senza dubbio il foglio (segnalatomi da A. Mazza) con l’Apparizione della Madonna a un santo [7] custodito nella National Gallery di Edimburgo al quale si può affiancare uno studio di una Figura femminile [7 bis] nella raccolta del Museo Poldi Pezzoli di Milano (attr. proposta da T. Monaco;cfr. scheda online) e un altro disegno, inedito, con Salomone adora gli idoli (ubicazione ignota) [8], soggetto che il pittore affrontò in una tela esitata a New York nel 1976 come opera di scuola austriaca [9].

[7]
[7 bis]
[8]
[9]

Dall’elegante foglio giovanile, di forte ascendenza bigaresca, con Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre [10] (Bologna, Accademia delle Belle Arti) con cui si aggiudicò il premio al concorso accademico Marsili Aldrovandi del 1735, Bertuzzi ricavò poi una spigliata versione su tela (61 x 48,5 cm) a monocromo [11] scambiata per opera di Giovanni Battista Pittoni in occasione di una recente vendita viennese (Dorotheum, 31 marzo 2009, lotto n. 56).

[10]
[11]
[12]

Ad un altro maestro del Settecento veneziano, Giuseppe Nogari, è stato assegnato un bel dipinto di formato orizzontale – noto attraverso una fotografia custodita nella Fototeca Zeri di Bologna (inv. n. 127684) [12]– che invece è opera tipica dell’Anconitano e, con ogni probabilità (non sono note le misure), appartiene ad un importante ciclo pittorico sul Martirio degli apostoli di cui si conoscono altri sette esemplari (Di Natale, Nicola Bertuzzi …cit., tavv. 142-147).

Oltre a questi, numerosi dipinti dell’Anconitano sono emersi dopo la stesura del regesto nel 2010. A rinfoltire il già nutrito catalogo di Battaglie intervengono i due esemplari presentati da Fondantico a Bologna: nel primo [13], ambientato al chiaro di luna, sono descritti i momenti del “dopo battaglia”, come il trasporto dei cadaveri, l’assistenza ai feriti e l’estrema unzione impartita dai frati ai soldati agonizzanti (Di Natale, in Emozioni d’arte: dipinti emiliani dal XV al XVIII secolo, a cura di D. Benati, catalogo della mostra, Bologna, 2011, pp. 104-106); nel secondo [14], invece, esclusivamente i combattimenti, con il groviglio di duellanti analogo a quello nella Battaglia del Museo Correr di Venezia (Di Natale, in Quadri da collezione. Dipinti emiliani dal XIV al XIX secolo, a cura di D. Benati, catalogo della mostra, Bologna, 2013, pp. 94-95).

[13]
[14]
[15 particolare]

Nella produzione di tema sacro destinata alla devozione privata rientra invece l’inedita tela (72 x 60 cm) con San Girolamo e l’Angelo del Giudizio (collezione privata) [16], alla quale si affiancano bene quelle di identico formato (48 x 32 cm) raffiguranti Santa Dorotea (Bologna, Fondantico) [17] e San Petronio (collezione privata) [18], nate probabilmente come bozzetti per opere di maggiori dimensioni, sul tipo delle tele nella chiesa di San Matteo a Ronchi di Crevalcore o, ancora, delle figure di Santi (perduti) affrescati nella cappella Boncompagni in San Martino a Bologna (Di Natale, in Quadri da collezione…cit., pp. 96-98).

[16]
[17]
[18]

Modelli preparatori per due delle quattro grandi tempere con Storie bibliche collocate in origine nella galleria del palazzo “di Sopra” a Bagnarola di Budrio nella campagna bolognese (oggi Milano, Palazzo Visconti) sono le smaglianti ‘carte dipinte’ con il Convito di Baldassarre e il Trionfo di Mardocheo [19-20] esposte da Fondantico (Di Natale, in Quadri da collezione…cit., pp. 90-93), opere di straordinaria freschezza, già credute di Sebastiano Ricci, nelle quali l’Anconitano salda alle radici bolognesi della sua formazione ben intesi rimandi alla pittura veneziana, studiata de visu durante un soggiorno in laguna nella seconda metà degli anni quaranta del XVIII secolo.

[19]
[20]

Peculiari del suo spensierato rococò sono ancora i deliziosi ovali con le allegorie delle Stagioni [21-22-23-23bis], interpretate dalle inconfondibili figure femminili qualificate da fisionomie fortemente caratterizzate e da gestualità melodrammatiche.

[21]
[22]
[23]
[23 bis]
[24]

Nella specifica produzione di ‘pensieri’ ad olio su carta rientra quello, a monocromo, con San Francesco di Sales mostra la Filotea (39 x 30 cm) [24] esitato sul mercato veneziano nel 1998 (Semenzato, 16 maggio, n. 283) che, per errore, non avevo inserito nel regesto (2010), come anche l’intervento in qualità di figurista nelle due tempere ovali con Prospettive architettoniche [25-26] riferibili ad un pittore dell’ambito del Mirandolese custodite nella Biblioteca dell’Ospedale Civile di Castel San Pietro (M. C. Bandera, Pietro Paltronieri “Il Mirandolese”, Modena, 1990, pp. 188-189, nn. 38-39).

[25 particolare]
[26 particolare]
[27]
[28]

Citate nel catalogo del 2010, ma non riprodotte, erano invece le graziose figure [27-28] nella coppia di tempere di formato verticale (116 x 49 cm) poste in vendita a Londra l’anno successivo (Bonhams, 6 luglio 2011, lotto n. 6), per le quali avevo proposto un riferimento a Carlo Lodi per la componente paesaggistica (Di Natale, Nicola Bertuzzi…cit., pp. 30, 41), riferimento che trova conferme anche dal confronto con la deliziosa teletta (53,8 x 40,6 cm) – anch’essa non inserita nel regesto – esitata presso Bonhams nel 2004 [29] (Londra, 8 dicembre, lotto n. 50) e, ancora, con la splendida coppia di luminosi Paesaggi (entrambi olio su tela, cm 158 x 146) emersi recentemente sul mercato milanese [30-31] (Il Ponte, 22 ottobre 2013, lotto n. 53), nei quali Carlo Lodi (e non Vincenzo Martinelli) è affiancato, questa volta, dal figurista Antonio Rossi (e non Vittorio Bigari).

[29]
[29 particolare]
[30 Carlo Lodi]
[31 Antonio Rossi]

N.B: ove non specificato le opere riprodotte nell’articolo sono di Nicola Bertuzzi.

+39 3287045724

info@pietrodinatale.it

pietrodinatale

× WhatsApp Chat